Boom di prenotazioni da tutto il mondo: ecco perché, dopo un passato da Cenerentola, la gastronomia calabrese è diventata un potente traino turistico.
Lo scenario è la Calabria, la regione che sembra aver fatto innamorare all’improvviso tutto il mondo, ma che è lì al posto suo da secoli in attesa di conoscere quale sarà il suo futuro, adesso che il New York Times ha scelto la Calabria come una delle 52 mete da visitare nel mondo nel 2017, adesso che fioccano le classifiche di prestigiose guide transfrontaliere, adesso che le condizioni di sicurezza mondiali fanno amare il made in Italy ci si chiede a cosa si deve questo momento di gloria che ha costretto centinaia di operatori turistici e gastronomici calabresi ad imparare in fretta l’inglese per fronteggiare le prenotazioni di maggio luglio e agosto e accogliere gli esperti del NYT, i degustatori di Wine spectator, o i gourmand provenienti da tutto il mondo.
Confessa Natale Pallone, titolare di Ruris, di Isola Capo Rizzuto: “Io volevo chiudere, avevo ricevuto offerte dall’estero, ero pronto a fare le valige, per la Francia, l’Inghilterra, la Germania. E invece l’essere entrato in questo paradiso di gastro tour internazionale mi ha ridato la forza di continuare”. Natale non è più un giovanotto come Luca Abbruzzino, dell’omonimo ristorante di Catanzaro, che si è ritrovato addosso la responsabilità di gestire la medaglia di una stella Michelin a soli 32 anni (è vero c’è sempre il padre Antonio dietro le quinte, ma Luca ha dimostrato carattere e originalità da vendere) e ricordare con orgoglio i mesi passati nelle cucine più importanti d’Europa comprese quelle degli italiani Crippa, Esposito, Uliassi. “E adesso sono pronto a questa grande avventura per dimostrare che al Sud si può fare grande qualità senza girare le spalle alla nostra storia della cucina”.
Calabria, il meglio della cucina tradizionale
Passato e presente dunque come quello teorizzato e messo in pratica da Pino Lo Preiato che da tempo ha trasformato il suo ristorante Lapprodo in un paradiso gourmet per gli amanti del pesce. Il suo regno è a Vibo Marina dove governa con simpatia e passione un ristorante stellato dal 1994, che è anche un delizioso albergo sul mare, assieme alla fantastica e signorile moglie Concetta Greco. Pino il pescato lo conosce a memoria. Sa tutto del mare, delle barche, delle marinerie, dei singoli pescatori.
E recita a memoria i nomi dei suoi piccoli fornitori, uno per il tonno, uno per il pesce spada, uno per i crostacei, uno per le cernie, ma si vede che la sua passione è per quella secca che incrocia le correnti di fronte alla costa di Vibo. Lì, in fondo al mare, c’ è un vulcano inattivo da secoli e da lì viene fuori un prodotto eccellente (pezzogne, pauri, scorfani, dentici, cernie da sogno. Provare per credere). “Io non ha mai ceduto alle mode, nella mia cucina, affidata alle cure dello chef Agostino Bilotta, la qualità e la riconoscibilità sono gli ingredienti principali. Agganciati al territorio si è riconoscibili e noi vogliamo sfidare i sapori artefatti e fintamente evoluti puntando su materie prime di eccellenza”.
Ed è questa filosofia della qualità unità alla tradizione e alla struttura di un territorio ricco di arte, di storia e di prodotti doc che fa scoprire ed amare i salumi, i formaggi, gli olii, i vini tutti in crescita spaventosa, quasi tutti fatti con passione e capacita’ di guardare al futuro. Ed ecco perché è arrivato il momento della Calabria, è arrivato il momento delle stelle e dei riconoscimenti dati a Riccardo Sculli che ha lanciato la sfida dal ristorante Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Jonica, mentre Caterina Ceraudo con le sue straordinarie doti gastronomiche, a dispetto della giovanissima età, ha talmente sorpreso gli esperti della Michelin da indurli a nominarla cuoca emergente d’Italia. Lei che continua a condividere la sua bellissima avventura nel suo regno di Strongoli, contrada Dattilo a pochi chilometri da Crotone, assieme alla simpatia e alla formidabile bravura del padre Roberto, produttore di vini e olii di eccellenza.
Calabria, la cucina tradizionale e l’enogastronomia locale
La riscossa enogastronomica della Calabria parte dunque da questi capisaldi, vecchi e giovani, uniti da una mission: dimostrare che quelle coste infinite, quelle aree archeologiche, quei parchi come la Sila, l’Aspromonte e il Pollino, quei prodotti della natura e della terra hanno la forza di proiettare nell’olimpo dei gastroturismo una regione che per tanti anni è stata colpevolmente confinata ai margini. Parecchi di questi cuochi (Abbruzzino, Bilotta e Sculli) sono stati i protagonisti della serata di presentazione della Guida ai sapori e ai piaceri della Calabria edita da Repubblica, nel ristorante Lapprodo. Grandi cibi, grandi vini, grandi olii, per una grande regione. La guida resterà in edicola e in libreria diverse settimane ancora per poi ritornare all’inizio dell’estate.
I sette migliori ristoranti (da: I Ristoranti d’Italia 2017 de l’Espresso)
Antonio Abbruzzino Alta Cucina Locale (due cappelli)
via Fiume Savuto, Quartiene Santo Janni – Catanzaro ( 0961.799008)
Dattilo ( un cappello)
Contrada Dattilo, Marina di Strongoli – (0962.865613)
Il Gambero Rosso (un cappello)
Via Montezemolo 65, Marina di Gioisa Jonica – (0964.415806)
La Locanda di Alia (un cappello)
Via Ietticelli 55, Castrovillari – (0981.46370)
La Tavernetta (un cappello)
Contrada Campo San Lorenzo 14, Camigliatello Silano – (0984.579026)
Qafiz (un cappello)
Località Calabretto Lubrichi, Santa Cristina d’Aspromonte – (324.8489554)
Taverna Kerkira (un cappello)
Corso Vittorio Emanuele 217, Bagnara Calabra – (0966.372260)